DIEGO FIGUS
L’ORDINE DI MALTA IN SARDEGNA NEL QUATTROCENTO
Premessa
Nel convegno ARSOM 2006 abbiamo potuto ascoltare una precisa e circostanziata relazione di Giuseppe Deplano sull’attività e l’espansione in Sardegna dei Cavalieri di Rodi durante il XIV secolo.
In questo breve contributo andremo ad indagare lo sviluppo degli Ospedalieri Gerosolimitani in Sardegna proprio nel periodo in cui erano denominati “Cavalieri di Rodi”.
«Un curioso ed improponibile progetto di scambio di terre»
Negli anni 1369-74 si svolsero delle trattative per arrivare alla pace tra l’Arborea e l’Aragona, tra cui un ambizioso programma che avrebbe legato gli Ospedalieri Gerosolimitani alla Sardegna. Il re Pietro IV aveva proposto, detto con le parole di Anthony Luttrell «un curioso ed improponibile progetto di scambio di terre»: che l’Ordine Gerosolimitano avrebbe governato il Giudicato d’Arborea, mentre il giudice Mariano IV in cambio avrebbe avuto delle proprietà dei cavalieri in Italia o in Spagna. Infatti, nell’agosto del 1370, il sovrano aragonese presentò a papa Urbano V, per mezzo di due suoi ambasciatori, uno scambio grazie al quale Mariano IV avrebbe «dovuto abbandonare la Sardegna lasciando ogni proprietà nell’Isola in permuta di varie terre dei Giovanniti in Italia». Nel novembre successivo, il re reiterò l’invito, affermando che il baratto sarebbe stato conveniente anche per gli Ospedalieri «perché la terra di Sardegna è molto fertile e si potranno rifornire Rodi e altre terre di vettovaglie». L’Ordine avrebbe mandato in Sardegna dei precettori iberici e di fiducia del sovrano. Nel caso il gran maestro e il capitolo gerosolimitano non avrebbero accettato lo scambio, già a tutto beneficio dei priorati catalani, il re aragonese si offriva di aggregare anche alcune città dell’Isola. La proposta fu nuovamente presentata nel 1374
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