(«elogio
della nuova milizia»), composto dallo stesso
abate di Clairvaux, che delineava la missione e
lo spirito della nuova cavalleria.
Bernardo è da tutti
conosciuto abilissimo declamatore e convincente
scrittore. Un propagatore-propagandista di
eccezione. Il suo trattato
De laude novae militiae ha prestato
l’occasione a vari tentativi di
interpretazione. Una meditata lettura disposta a
rivedere, all’occorrenza, posizioni antiche e
qualche volta di parte, consente di osservare
nelle parole di Bernardo, oltre l’innegabile
indirizzo puramente spirituale, anche il
contributo vigoroso ed efficace a sottolineare
la bontà del ricorso alle armi,
dell’uccisione del nemico e della gloria della
propria morte. Una bontà che è tale solamente
se le tre eventualità si realizzano avendo mira
Cristo e i suoi obiettivi.
Composto per promuovere ed
esaltare il nuovo ordine militare-religioso, il
“De laude novae militiae” mette in luce i
tratti dell’etica e della spiritualità dei
Templari: conversione, rifiuto delle mondanità,
spirito di sacrificio nei confronti della causa
dei Luoghi Santi, contrapponendo gli usi della
cavalleria laica alla purezza della vita e della
fede dei nuovi monaci-soldati. Già la Santa
Sede tentò durante le Crociate, di orientare lo
spirito crociato perché non debordasse in
occasione di esibizione di potere o di violenza
o di guerra di religione, e di incanalarne lo
spirito violento ....
Fabrizio Pinna