Nessun convento
templare a Cagliari
Allo stato attuale delle
conoscenze, non si ha alcuna prova di eventuali proprietà
templari nell’area dell’odierna città di Cagliari, poiché
i documenti non ricordano alcuna fondazione rossocrociata. Già
nella prima pubblicazione del 1996 si faceva notare la
difficoltà a dimostrare una purché minima presenza in questo
settore. Dov’è lo scandalo? Forse che l’attuale ruolo di
capoluogo regionale deve significare un automatico
reclutamento di diritto tra i siti di sicura presenza
rossocrociata? Vi sono altri capoluoghi di regione che non
ospitarono mai monasteri dell’Ordine e non per questo ci si
straccia le vesti: Aosta (Valle d’A.), Trieste (Friuli),
Bolzano (Alto Adige), Ancona (Marche), Campobasso (Molise),
Catanzaro (Calabria), Potenza (Basilicata), Palermo (Sicilia).
Non si fa cenno a Templari
in Cagliari e dintorni nelle bolle pontificie e nelle cronache
sull’assedio e caduta di Santa Igia (1257-58), dove pure
intervenne un dignitario templare mandato direttamente dalla
Santa Sede (evidentemente sul posto non ve n’erano), né
nella relazione della visita alla città dell’arcivescovo di
Pisa, Federico Visconti (1263), né ancora nelle cronache
dell’ultima Crociata quando le navi di San Luigi IX
ripararono una settimana nel porto di Cagliari (1270). Né ha
valore di prova la generica citazione di Templari nelle
lettere papali del 1216, 1291 e 1308, poiché dirette a tutta
la Cristianità: peraltro la lettera di Onorio III con data 21
novembre 1216 era indirizzata all’arcidiocesi kalaritana,
non alla città di Cagliari, che venne fondata dai Pisani
l’anno seguente !
È nota pure la risposta
dell’arcivescovo di Cagliari nel 1308 sull’assenza di beni
templari nel territorio di sua competenza, ossia tutto l’ex
giudicato di Kalari, compresa, quindi, l’attuale città.
Una voce corrente vuole
che siano appartenute ai Templari la chiesa secentesca del
Santo Sepolcro, nel rione Marina, e quella distrutta di San
Francesco di Stampace. Tale affermazione, accreditata solo da
pochi storici del XIX secolo, Martini, Manno e Spano, e
acriticatamente ripresa da qualche autore moderno, si basa
esclusivamente sulle parole di due scrittori secenteschi
Bonfant e Aleo. Và decisamente negato che la “voce” sia
di provenienza medievale: durante il secondo assedio di
Cagliari nel 1325-26 gli Aragonesi occuparono e incendiarono i
due sobborghi di Stampace e Villanova, massacrandone tutti gli
abitanti, come riportava la Cronaca del Muntaner,
mentre tutti i Pisani, dopo la pace, furono costretti ad
abbandonare il Castello e le loro case occupate dai Catalani;
ed una volta saturata la città alta, gli altri Iberici si
riversarono sulle abitazioni di Stampace, Villanova e Marina. In
seguito, affluirono anche abitanti sardi dal Campidano: tutte
le tradizioni culturali cagliaritane più antiche sono
perciò di matrice iberica o, al più, della Sardegna
dell’interno. Nei secoli seguenti Castello e le appendici si
riempirono di artigiani genovesi, napoletani, siciliani,
spagnoli, ecc., che contribuirono alle tradizioni della città.
In questo frangente, nessun se pur vago ricordo anteriore al
1326 può essere sopravvissuto.37 Dove proviene allora la memoria
nebulosa rimasta sino all’epoca dell’Aleo? La risposta è
nell’archivio della chiesa di San Clemente a Bari, dove è
riportato un riferimento di una proprietà trecentesca
dell’ordine agostiniano dei Canonici Regolari del Tempio di
Gerusalemme (Ordo Templi Domini), che molti tuttora confondono
coi Templari. Ulteriore sentenza inappellabile, nonché
conferma scientifica di quanto appena detto, è il risultato
degli scavi e dei restauri alla fine del XX secolo: la chiesa
del Santo Sepolcro di Cagliari fu costruita ex novo nel XVI
secolo. La totale assenza di reperti medievali e di tracce di
edifici precedenti la fabbrica gotica cinquecentesca, esclude
qualsiasi ipotesi di preesistenze anteriori, relegando nel
campo delle leggende la voce sui presunti Templari.38
In definitiva, mancando la
documentazione storica il discorso si deve ritenere chiuso:
non vi furono Templari a Cagliari.
Massimo Rassu
Tratto da:
Massimo Rassu, I Templari in Sardegna: la ricerca, in
«Templari e Ospitalieri in Sardegna» Atti del Convegno,
Cagliari 2006, Grafica del Parteolla, Dolianova 2008
Templari
e Ospitalieri in Sardegna
ISBN 978-88-89978-60-3
128 pagine B/N
15 x 21
12,00 euro
edizioni Grafica del Parteolla
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